Nel nostro Paese si registrano 9 decessi al giorno causati da patologie quali l’anoressia e la bulimia, insieme ad altre che concernono il fenomeno medico-terapeutico dei disturbi alimentari, dall’obesità alla mal nutrizione, per esempio. Nutrizionisti e psicologi lanciano un allarme, derivato dal fatto che quest’anno, partendo proprio dal gennaio del 2023 sino a fine maggio, le richieste d’aiuto si sono intensificate, raggiungendo il doppio delle chiamate al centralino del Numero Verde 800.180.969 rispetto all’anno scorso.
Un’indagine, partita da un centro osservatorio documentario, ha evidenziato un fenomeno in aumento, che vede più di 3 milioni di pazienti, cui occorre una cura per porre termine al disturbo alimentare. Si è accertato che un milione e mezzo di essi soffre di anoressia; un 20,2% ha problemi di obesità; il 19,9% è tormentato dalla bulimia; l’1,9% è succube dell’Arfid, una malattia specifica dell’assunzione del cibo in termini di limitazione o riduzione. Un altro aspetto patologico si è addentellato nel cosiddetto “respirianesimo”, uno stile di vita anomalo e morboso che si sostituisce all’assunzione di cibo. In genere sono di frequente le donne che ricorrono al numero verde. Circa il 50% delle chiamate a questo aiuto è fatto dai genitori (è documentato che si ammalano con una inquietante frequenza i giovani sotto i 14 anni, ma anche i bambini di 8 o 10 anni sono vittime di tali patologie.
Parrebbe poi che si ammalino di più gli adolescenti maschi rispetto alle femmine), mentre un 44% lo farebbe il diretto interessato. Un altro 9% è identificato in amici o partners, che chiedono soccorso per chi soffre di questi disturbi ed è legato a essi per ragioni affettive o di conoscenza. Queste cifre o percentuali riguardano situazioni d’emergenza, che purtroppo, però, non riscontrano l’adeguata risposta da parte del servizio sanitario nazionale, soprattutto per via della pandemia, che ha fatto chiudere numerosi centri. Il fenomeno dei disturbi alimentari si manifesta anche sui social in modo grave e preponderante, dando vita a una lacerazione esistenziale e a un dramma sociale di proporzioni esorbitanti, destando ancora più preoccupazione: da Instagram a Tik-Tok o su Whatsapp molte giovanissime persuadono coetanei e coetanee a seguire il loro esempio compulsivo nel rifiutare il cibo o spiegano gli stratagemmi per come trarre in inganno genitori e specialisti.
Il 2 giugno 2023 si è celebrata l’ottava giornata mondiale sui disturbi alimentari, ma questo evento non è caratterizzato, per come stanno le cose, da una funzionalità sanitaria efficiente, anzi si tratta di una mancata capacità d’intervento davvero colpevole. I dati parlano chiaro e illustrano un quadro drammatico: sono stati identificati 3158 morti per cause dovute a problemi di alimentazione nel 2022, oppure per mancanza di cure e terapie, non risultando operativi o aperti i centri specializzati. Inoltre, quando questi centri possono essere aperti al pubblico, ecco che si ripresenta un altro annoso problema: le liste d’attesa. Una prima visita o il ricovero richiedono più di 6 mesi prima che si possa accedere al centro e alle cure.
Agnese Cremaschi