Integratori a base di vitamina B3

Uno studio americano ha rilevato seri rischi per la salute

di Agnese Cremaschi

Sono considerati “«integratori alimentari»: i prodotti alimentari destinati ad integrare la dieta normale e che costituiscono una fonte concentrata di sostanze nutritive o di altre sostanze aventi un effetto nutritivo o fisiologico, sia monocomposti che pluricomposti, in forme di dosaggio, vale a dire in forme di commercializzazione quali capsule, pastiglie, compresse, pillole e simili, polveri in bustina, liquidi contenuti in fiale, flaconi a contagocce e altre forme simili, di liquidi e polveri destinati ad essere assunti in piccoli quantitativi unitari”.

Così recita nell’incipit l’articolo 2 della Direttiva del 10 giugno 2002, in relazione alla regolamentazione per gli Stati Membri degli integratori alimentari. Rimane imprescindibile il consiglio di non cedere mai alla tentazione delle cure “fai da te”, che potrebbero risultare puntualmente pericolose per la salute, ma di rivolgersi prima e sempre al proprio medico di fiducia e allo specialista. Anche in materia di integratori alimentari. Un’indagine medica recente ha infatti posto in evidenza il rischio per la salute, in termini di possibili ictus e infarti, se vengono assunti determinati integratori alimentari.

Si tratta di una ricerca scientifica, pubblicata in una rivista medica (“Nature Medicine”), portata avanti da un gruppo di studiosi dell’Università Clinica di Cleveland negli Usa, con riferimento alla vitamina B3, o detta “niacina”, quando assunta in quantità sproporzionate o eccessive. I cui effetti sull’organismo potrebbero diventare dannosi in modo importante e molto grave per il sistema cardiovascolare. Questa specifica vitamina, idrosolubile, diventa utile ai fini di un miglioramento della respirazione delle cellule, se prescritta con ricetta medica, come pure per un miglioramento mirato del sistema nervoso, e della salute dell’organismo in generale.

Essa ridurrebbe il colesterolo cattivo. Ma il suo impiego senza un adeguato controllo medico o la previa e ricorrente supervisione di uno specialista potrebbe comportare esiti imprevedibili e dannosi. Una sua deficienza può comportare il pervenire della pellagra (ormai non più presente in Occidente, ma ancora persistente altrove, in India, per esempio, e in Africa). La ricerca medica nord-americana ha confermato che un’assunzione smodata della vitamina B3 può causare seri danni all’organismo con conseguenze identificabili in ictus e infarti e in altre patologie del sistema cardiaco, senza escludere il rischio anche di arteriosclerosi.

Gli studi a riguardo hanno da essere approfonditi con ulteriori esami, ma il coinvolgimento del sistema cardiovascolare è ormai assodato, prospettando purtroppo gli effetti nocivi suddetti. Perciò lo studio statunitense ha inteso far presente, in seguito a indagini scientifiche, anche se non ancora concluse in modo definitivo, che la vitamina B3, già presente in vari cibi (carni bianche, per esempio, spinaci, arachidi, fegato di manzo, lievito di birra, e altri cereali), come anche nel salmone, nel pesce spada e nel tonno, se assunta attraverso integratori in dosi abnormi e senza consulto medico (che stabilisce tempi e modi), può risultare controproducente e costituire un pericolo per la salute.

Nonostante possa essere assunta naturalmente attraverso l’alimentazione, esistono in commercio anche molti integratori a base di niacina. La sua presenza nella farina e nell’avena, per esempio, come previsto da normative sanitarie vigenti in tanti Paesi, suggerirebbe un suo ricorso in modalità ridotte, o più prudente, tra gli integratori. È dunque necessario che chi ne facesse richiesta, anche se il prodotto è facilmente reperibile in commercio senza bisogno di una ricetta, debba sempre prima rivolgersi al proprio medico.

Su questo punto i ricercatori americani, e non solo loro, sono stati irremovibili: hanno ribadito quanto sia vitale che si faccia riferimento sempre al proprio medico e allo specialista. La vitamina B3 può risultare altrimenti, paradossalmente, assai nociva per il cuore e tutto il sistema cardiovascolare.