Sanità: mancano i professionisti, e l’aggiornamento tecnologico è in deficit

Quando si prova a riflettere sulle specializzazioni mediche, sulle competenze sanitarie più avanzate o in via di ulteriori progressi, in cui la robotizzazione, l’informatica, l’intelligenza artificiale, la realtà virtuale e la multi-professionalità giocano un ruolo di primo piano in modo assoluto, subentra in chi si occupa di direzione, controllo, amministrazione e operatività e professionalità specialistica sanitaria un problema non trascurabile: esistono nel sistema sanitario assenze e vuoti tali che il rischio di mancanza rilevante di professionisti nei prossimi dieci anni è prospettato come un prossimo tangibile dato reale. Si è calcolato che mancheranno, infatti, all’appello più di 120.000 operatori sanitari e specialisti tra medici e infermieri.

Si considera, pertanto, non pertinente e adeguato quanto previsto dal Pnrr e dal DM 77/2022 a livello di inserimenti professionali nei contesti sanitari. Non saranno sufficienti gli infermieri come numero che possa colmare la carenza registrata già in passato, secondo i dati, documentati come lacunosi, e forniti dall’OCSE del 2021, relativi al nostro Paese. Attualmente sono state individuate 30 professioni sanitarie pari a un milione e mezzo di specialisti operanti in un ambito medico che, tuttavia, necessita ancora di aggiornamento e più specifica e innovativa preparazione, dato che la strumentazione terapeutica oggi, e così sarà in futuro, si avvale delle più evolute, nuovissime e moderne tecnologie come la digitalizzazione o la robotica, per esempio.

Diventa dunque urgente predisporre dei piani organizzativi di formazione e aggiornamento, che consentano di mettere in campo specialisti all’altezza e in grado di usare tali sistemi terapeutici e diagnostici e dispositivi ultramoderni, e inoltre far sì che presto si disponga di professionisti, la cui identità medico-specialistica, l’esperienza acquisita e competenza diversificate li rendano operativi in modo completo e totalizzante integrativo, complementare e dettagliato dal punto di vista della multidisciplinarietà, della capacità di subentrare e sostituire, e di un esercizio della professione in modo sia autonomo, sia in gruppo o compartecipe, e poi sempre con un occhio all’aggiornamento, tenendo presente che potranno emergere nuove professionalità e sempre più avanzate e sofisticate strumentazioni e le più disparate e peculiari tipologie diagnostico-terapeutiche. Importante da considerare sul piano medico, inoltre, sarà anche la prospettiva di adeguare tecnologia e interazione umana, ricerca e cultura, rapporto umano ed empatia, aspetti etici e senso di responsabilità.

Il futuro del mondo sanitario ha quindi una direzione da percorrere sul piano dell’innovazione tecnologica e dell’aggiornamento e della competenza professionale la più elevata possibile. Ciò riguarderà non solo medici e infermieri, ma pure farmacisti, biologi, psicologi e oss, in modo che strutture ospedaliere, centri clinici e assistenziali e luoghi di studio e analisi potranno avvalersi di operatori sanitari e professionisti sempre altamente qualificati.

Agnese Cremaschi