Yoga: una disciplina da praticare per stare bene con se stessi e con gli altri

di Agnese Cremaschi

«Essere luminosi nei pensieri e negli atti, essere in pace con il nostro vivere, senza desiderare questa o quella cosa, imparare a conoscersi e ad agire nel movimento della vita, queste sono le regole di vita che propone lo Yoga».

Secondo un’antica tradizione, risalente a tantissimi secoli prima di Cristo, in India, Patanjali, il leggendario fondatore dello Yoga (secondo gli indù vissuto oltre 10.000 anni fa, secondo alcuni storici: tra il II o IV e VI secolo) avrebbe lasciato alle creature umane dettami e regole pratiche per vivere in armonia con il corpo e la mente, e questa frase, a lui attribuita, sintetizzerebbe le finalità di una disciplina pratica, che ha le sue radici nella religione e cultura indiane, poi con suoi collegamenti nel buddismo e in altre filosofie orientali.

Un’altra frase, che suona così: «Il ritmo del corpo, la melodia della mente e l’armonia dell’anima creano la sinfonia della vita», attribuita a Bellur Krishnamachar Sundararaja Iyengar (1918-2014), famoso maestro indiano di Yoga vissuto sino a poco tempo fa, farebbe intendere ancora più chiaramente i nobili scopi di questa dottrina filosofica pratica, che colloca nei Veda ancestrali, o ancor prima di essi, tradizioni di matrice indiana, in virtù delle quali mente e corpo sono addestrati a essere in sintonia al fine di raggiungere uno stato di benessere psico-fisico quasi assoluto. Dal sanscrito, infatti, la voce Yoga deriva da un termine vedico che significa e prospetta un’unione tra entità diverse (mente e corpo, in linea con una loro interazione energetica positiva).

Di qui ecco tramandate varie tecniche di respiro, postura, movimento, posizioni statiche, meditazioni, ecc., volte a far sì che tra corpo e mente ci sia un’armonia tale che comporti e porti benessere. Lo Yoga, dunque, reca vantaggi al proprio fisico e alla propria mente, in quanto ne favorisce benefici che sciolgono le tensioni, tonificano la muscolatura, aiutano la concentrazione, fanno rilassare la mente e irrobustiscono o rassodano il corpo (addome, per esempio, arti, ecc.), migliorano la circolazione, ridefiniscono posture, contribuiscono a potenziare la respirazione, elasticizzano le articolazioni, fanno dormire meglio e rafforzano il sistema immunitario.

Al di là di concezioni filosofiche-religiose, che sono alla base di questa congerie di tecniche psico-fisiche orientali, radunate nel loro insieme nello Yoga, e risalenti alle ataviche tradizioni induiste e buddiste, per le quali da uno stato di coscienza si passerebbe, mediante un graduale processo di evoluzione, a uno stato che va oltre essa, questa disciplina, molto in voga anche in Occidente a partire dalla fine della seconda guerra mondiale, viene praticata non per rincorrere presupposti obiettivi trascendentali, ma per migliorare la propria salute psico-fisica, entrando ufficialmente in una categoria medica che può correttamente definirsi a livello di terapia, alla stregua anche di una ginnastica dolce, dello stretching, del pilates, e così via.

Nel 2016, non per nulla, lo yoga è stato assurto a patrimonio orale materiale dell’umanità. Esso consiste, trattando l’argomento nel modo più semplice, nell’immaginare e poi assumere posizioni del corpo, che aiutano il paziente a stare bene con se stesso. Per ottenere questo risultato di benessere, è necessaria anche una forma di interiorizzazione, che lo yoga, tramite tecniche e pratiche varie, aiuta a padroneggiare sul piano somatico e psicologico.

Si tratta di una modalità terapeutica, con molteplici sfaccettature, che si avvale della funzione benefica del respiro e del raggiungimento di uno stato della coscienza a un livello di autentica purezza e condotta morale. In termini indiani queste tecniche si conoscono con parole quali asana, pranayama, yama, insieme ad altre voci, che intendono significare una conoscenza di sé a livello profondo. Sul piano medico, si è accertato, pertanto, l’importanza della pratica yoga anche per scopi riabilitativi in seguito a patologie e traumi, ma il ricorso allo yoga richiede, tuttavia, pazienza, perseveranza e tempo prima che i risultati psico-fisici siano raggiunti.

Certamente da un punto di vista generale, lo stato di benessere è il primo a essere condiviso dal paziente, a livello mentale e fisico, grazie a una migliore respirazione, a un rilassamento fisico congeniale e all’assenza di stress mentale. L’intraprendere la pratica yoga comporta la volontà di proseguire ed essere costanti, partendo da dieci-quindici minuti iniziali, facendosi seguire da collaudati maestri specializzati o professionisti, per poi andare avanti per conto proprio. Nell’era di internet e dei social si possono seguire corsi e lezioni online, ma è sempre opportuno evitare il “fai da te” e affidarsi a personale specializzato, almeno agli inizi.

Perché ci sono anche controindicazioni, già nella respirazione, come anche nell’assumere determinate posizioni o raggiungere stati mentali. Perciò è bene essere seguiti sempre da un buon insegnante, procedere sempre per gradi e con perseveranza, e mai chiedere al proprio corpo e alla propria mente di andare oltre e al di là dei propri limiti; ciò comporterebbe, altrimenti, malesseri e danni anche gravi sul piano fisico e psichico. Esistono, per concludere, varie e diverse tecniche, tradizionali o più moderne, per il cui elenco e la cui illustrazione si rimanda a siti, o monografie, o scuole che trattano, con cura e garanzia di professionalità e specialità medica, tali pratiche di matrice orientale, e sono molteplici, adattate alla cultura occidentale.

A titolo di esempio indicativo, qui si può fare riferimento al Saluto al Sole, alla posizione della montagna, del bastone, del cane, del cobra, della locusta, del pesce, dell’aratro, della sedia, e così via. Varie tecniche concernono la meditazione e specifici modi di respirare, possono essere statiche o più fluide e dinamiche, altre ricorrono anche alla ripetizione vocale di mantra.

Dalla postura alla respirazione, dalla meditazione allo stato di rilassamento, tutto questo bagaglio di esercizi e tecniche ha come fine, accolto dalla pratica medica, il raggiungimento adeguato di un benessere psico-fisico, che può ottenere anche esiti di guarigione in seguito a patologie e traumi; esso, inoltre, reca benefici nell’esperienza del parto, nel raggiungimento di un equilibrio interiore, annullando ansie e inquietudini, pervenendo a un maggior autocontrollo e una migliore conoscenza di sé, riabilitando l’organismo facendogli riacquistare energia, consentendo ai polmoni di respirare bene, al cuore di pulsare al meglio, e aiutando le articolazioni e le ossa ad assumere posture più corrette.

Dal Kundalini allo Hata, al Vinyasa, come l’Asana o altre tipologie ancora, per citare solo alcune delle pratiche yoga, questa disciplina, nelle sue varie forme e tecniche ha come obiettivo il risanamento e la riabilitazione dell’energia vitale, efficace nei confronti di problematiche relative a situazioni di ansia, disagi psichici lievi o importanti, a disabilità, a lesioni fisiche inerenti la schiena o gli arti, ecc. Anche se perplessità di natura clinica ancora permangono.

Certamente contro il cancro o patologie più complesse, lo yoga non ha nessun impatto medico, se non nel contesto di un recupero terapeutico d’impianto psicologico, sempre adeguato ed efficace, che comunque aiuta il paziente a prendere maggiore coscienza di sé e ad acquisire un’energia vitale sicuramente benefica e positiva.