«Lo ribadisco, la formazione ECM è il metro che ci permette di assicurarci di avere di fronte un professionista preparato e che di conseguenza può anche evitare gli errori». Lo ha dichiarato a Roma il 10 Ottobre scorso il ministro della Salute Orazio Schillaci in seguito a un incontro presso il Ministero della Salute sito in Lungo Tevere Ripa.
È importante quanto si sta facendo in relazione al cammino di formazione degli operatori sanitari attraverso corsi sempre più di alto livello, oltre che mirati e ritagliati su aspetti ogni volta più specifici e ben precisi della professione medica. S’intende, dunque, mettere sull’avviso i professionisti sanitari non in regola con i corsi di formazione continua dell’ultimo triennio (2023-2025), ormai avviato verso la conclusione.

Infatti, possono incorrere a conseguenze non lusinghiere, come l’affacciarsi di un rischio assicurativo non indifferente. Si plaude alla delibera 1/25, con cui la Commissione nazionale per la formazione continua prospetterebbe il recupero dei trienni precedenti. Onde evitare conseguenze gravi come la sospensione della professione medica. Ecco, pertanto, stabilita la decisione che dal 2026, in base all’articolo 38 bis del Decreto Legge n. 152 del 6 novembre 2021 (e confermato dal decreto attuativo 232 del 2023),
l’efficacia delle polizze assicurative sarà condizionata all’assolvimento “in misura non inferiore al 70% dell’obbligo formativo individuale dell’ultimo triennio utile”, in questo caso 2023-2025.

Intanto, un’indagine nazionale ha documentato una situazione imbarazzante: «un terzo dei professionisti sanitari non è in regola con il proprio obbligo ecm». Schillaci ha fatto presente a tutti gli appartenenti dell’ordine dei medici che «la formazione è un dovere per tutti i professionisti della sanità e questo ovviamente garantisce un’assistenza di qualità ai pazienti», raccomandando perciò che il nuovo commissario Agenas Americo Cicchetti si incontri ben presto con i rappresentanti delle professioni al fine di trovare insieme una soluzione a questo problema «nell’interesse sia dei professionisti, sia dei pazienti».

Riguardo poi alla delibera 1/25 il ministro ha commentato che «non si tratta di una proroga o di una sanatoria», a dispetto di interpretazioni altrui, «ma è l’ultima grande occasione offerta a chi ha aspettato tanto per mettersi in regola». Non saranno altrimenti, d’ora in poi, più ammesse scusanti o giustificazioni di alcun tipo, e se ne pagheranno le conseguenze, «fino alla sospensione dell’attività professionale». Un altro aspetto che Schillaci ha voluto sottolineare è quello di una sorta di premio concesso a chi sia riuscito a mettersi in regola con corsi di formazione continua di periodi precedenti.
Come il raggiungimento di 20 crediti bonus sul prossimo triennio 26-28. Intendendo tale coronamento, non alla stregua di una tappa meramente burocratica, ma nei termini di un recupero visto come un sensibile incentivo nella consapevolezza di proseguire con la formazione continua nel modo più corretto e più credibile possibile. In quanto i corsi di formazione continua, sempre di alto livello, e standard qualitativo, costituiscono, secondo il parere del ministro, «una risorsa fondamentale per tutti i professionisti della salute», risultando agli occhi degli stessi: credibili, di qualità, e adatti alle esigenze degli specialisti.
