di Agnese Cremaschi
La meditazione, il raccoglimento interiore, l’immersione nel silenzio dell’anima, metodi di interiorizzazione mentale e psichica, forme di contemplazione spirituale di natura religiosa, la quiete e la pace ricercati in se stessi tramite tecniche anche antichissime, di provenienza orientale o risalenti a tradizioni monastiche o eremitiche d’impronta pure occidentale, o araba, o di altra cultura ancora, recano al nostro organismo, sul piano psichico e fisico sicuri benefici, che la ricerca scientifica ha esaminato e indicato come compiuti percorsi di benessere mentale e fisico, in seguito a test, studi e osservazioni, e confermandone efficacia e validità, non solo a livello palliativo, in quanto, in base alle analisi e controlli eseguiti, è stato ogni volta raggiunto uno stato di benessere tale che alla persona non può che giovare, sul piano dell’equilibrio interiore, dell’intelletto, di un sano andamento dei processi neuronali, della limpidezza e chiarezza del pensiero, della calma interiore e in vista di una condizione fisica ottimale. Addio a stress e nervosismo: lo dichiara con un articolo pubblicato su una rivista scientifica (Personality and Social Psychology Bulletin) un team di ricercatori dell’Università di Rochester di New York e anche di Harvard e della California (Davis).
La meditazione o mindfulness, come la si definisce, giova al benessere quotidiano in questi termini: fare meditazione, anche solo per un breve lasso di tempo (10-15 minuti) ogni giorno, riduce marcatamente ogni forma di stress e allenta il nervosismo. L’infiammazione di cellule e i livelli di cortisolo nel sangue, si è documentato, si sono di molto ridimensionati. Sul piano emotivo, chi pratica la meditazione vede sul piano personale l’incremento e il rafforzamento dell’autostima, si affievolisce l’ansia, si fanno meno pensieri negativi o frustranti, si tende a provare maggiormente gratitudine e compassione.
Il cuore ne trae assoluto beneficio: patologie cardiache, disfunzioni, infarti e pressione arteriosa sono allontanate, e di conseguenza il sistema cardiovascolare procede senza segnalare problemi. Anche gli accessi di rabbia sono tenuti sotto controllo o altre emozioni negative annullate o ridotte, in modo che i rapporti umani e il lavoro possano essere gestiti con equilibrio e in maniera adeguata, a tal punto da rendere il lavoro capace di raggiungere buoni o migliori risultati. Anche perché la soglia di attenzione, la volontà di operare al meglio, la chiarezza degli obiettivi, l’armonia nella gestione del lavoro, la capacità di corrispondere a esigenze e richieste e il prendere decisioni sono tutti componenti elevati a gradi di efficienza, che la meditazione ha fatto diventare molto migliori.
Pertanto, anche il cervello, i processi neuronali, il ragionamento, i collegamenti intellettivi, il controllo dei dati e i loro elaborati di combinazione funzionano con una marcia in più. Sul piano emotivo e relazionale, la consapevolezza di sé, del proprio corpo, dei propri limiti, delle proprie capacità e potenzialità, e anche la percezione del mondo esterno a livello empatico, risultano perfezionate. Inoltre, l’intuizione, la creatività e le capacità inerenti il problem solving vengono rese più pronte, sollecite e fluide. Il dolore, infine, nella sua intensità e percezione, viene anch’esso posto sotto controllo e oggettivato, viene reso più sopportabile. Per concludere, la meditazione comporta, secondo queste ricerche effettuate nei centri accademici statunitensi su citati, anche un rallentamento dei processi d’invecchiamento, salvaguardando il suo DNA, ringiovanisce dunque la persona che fa regolarmente meditazione.