Polizze catastrofali: divari economici globali e nodi da sciogliere

In base a quanto emerge in un’indagine svolta da “Economist Impact” e “Statistical Analysis System” corrisponderebbe a 1.800 miliardi di dollari se non di più la perdita economica in campo assicurativo nell’ambito delle polizze vita, salute, catastrofi naturali e colture a livello globale.

Al fine di colmare questo dislivello finanziario si stanno progettando e proponendo alcune soluzioni, che interpretano le società assicurative nell’accollarsi come obbligo etico il compito di sbloccare la situazione venutasi a creare, o farlo anche ricorrendo alla tecnologia.

Durante l’anno passato, il 2024, in tutto il mondo si è calcolato che disastri ambientali, quali incendi, terremoti, uragani e inondazioni abbiano comportato un gap economico di 368 miliardi di dollari. Ciò si è verificato dove la vulnerabilità del patrimonio assicurato o da assicurare rispetto alle catastrofi ambientali era molto alta e tale da scoraggiare le iniziative volte a favorire polizze di copertura.

A tal proposito, Sean kevelinghan, responsabile dell’Insurance Information Institute, ha commentato il problema in questi termini espliciti: «In qualità di primi soccorritori finanziari, i leader del settore assicurativo sono consapevoli che passare dall’individuazione e riparazione dei danni, dopo una catastrofe, alla previsione e prevenzione è fondamentale per affrontare i crescenti rischi climatici e le sfide legate all’accessibilità assicurativa. Inoltre, trovare il modo di incentivare questo cambiamento di comportamento e di mentalità tra i nostri clienti e le nostre comunità ridurrà i livelli di rischio e il divario di protezione».

La situazione si presenta, tuttavia, molto complessa agli occhi dei responsabili delle società di assicurazione, in quanto è venuto meno, e il rischio permane, sia il rapporto di fiducia tra assicuratore e cliente, sia la capacità dell’assicuratore di prendere coscienza della delicatezza di tale fenomeno, e ciò è dovuto alla tendenza ormai evidente di ricadere nella violazione della privacy e nella necessità di una più accurata e puntualizzazione regolamentazione normativa a riguardo.

Le società assicurative prospettano, intanto, alcune vie di accesso alla soluzione della questione aperta sulla copertura globale di questo tipo di polizze, riferendosi a determinate strategie applicative, legate alla tecnologia, poi riferite alla parametrica e alla micro-assicurazione, infine ridefinite da regolamentazioni più attente e dettagliate con il contributo delle Istituzioni, senza trascurare un intelligente sfruttamento dei dati, onde sondare rischi e far corrispondere prodotti assicurativi idonei.

In Italia, a fronte delle polizze catastrofali cui dovranno adeguarsi tutte le imprese interessate e coinvolte, la Consap (la concessionaria servizi assicurativi pubblici) ha organizzato un comparto di periti per i danni catastrofali, i quali si attiveranno con l’incarico di stimare economicamente i danni provocati da eventi catastrofici.

Inoltre, in relazione al termine previsto per legge del 31 Marzo 2025, il Governo pare propenso a concedere una proroga “limitata nel tempo”, riscontrabile nella nuova data di scadenza coincidente con il 1° ottobre 2025 per le medie imprese, e con il 1° gennaio 2026 per le piccole e micro imprese. Resta immutato, per le grandi imprese, il limite temporale del 1° aprile 2025, anche se potranno trascorrere altri 90 giorni successivi, nel corso dei quali, pur non adempiendo all’obbligo di polizza, in quell’intervallo di tempo, le grandi imprese potranno ancora avvalersi di contributi pubblici in caso di disastri o catastrofi ambientali.

Si è pertanto ritenuto necessario dare vita anche a un tavolo di confronto e monitoraggio permanente e coordinato tra Istituzioni ed enti assicurativi, dal momento che criticità evidenti e nodi da sciogliere sono ancora punti oscuri da sbrogliare e regolamentare più in dettaglio.

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