di Agnese Cremaschi
La Medicina Estetica,attualmente molto praticata, rientrerebbe, secondo la visione deontologica di alcuni specialisti, nell’ambito della Medicina del Benessere,ma sarebbe più consono concepirla come una branca medica da includere nel contesto della Medicina del Malessere. Non è paradossale o contraddittorio definire in questo modo la sua narrazione specialistica: infatti, tenendo presente che l’indagine sulla Bellezza e la contemplazione del Bello comportano da sempre sia un’interpretazione soggettiva, in quanto rispecchiante sentimenti interiori personali e una sensibilità individuale, sia un’interpretazione oggettiva,che si rifà a canoni generali accettati dalla moda del tempo, o determinati da variabili contemporanee orientanti i gusti e le espressioni estetiche più in voga, si è assistito e si assiste, ormai da un po’ di tempo a questa parte, a una tendenza, quasi ossessiva, del raggiungimento della Bellezza a tutti i costi, a prescindere da connotazioni estetiche fondamentali.
Si sarebbe giunti, pertanto, a un’impostazione atipica nel concepire la ricerca del perfezionamento estetico, diventata canone irrinunciabile di benessere psico-fisico, ma con l’errore grave di non fare attenzione al fatto cheil «ritocco» voluto o richiesto rischi di provocare uno sconvolgimento morfologico,una demolizione della proporzione estetica preesistente.
Abbiamo posto alcune domande al Dottor Antonio Cerciello, medico chirurgo di Napoli, specialista in Medicina Estetica e Medicina Biointegrata, il quale nel campo dell’Estetica ha abbracciato anche le metodiche della medicina alternativa e olistica, per chiarire meglio tale problema intorno a quest’impasse relativa a una più corretta riabilitazione del bello, inteso come armonizzazione proporzionata e conforme alla morfologia epidermica e ossea dei tessuti da ricostruire, al fine di soddisfare l’esigenza legittima dei pazienti di raggiungere e realizzare una più autentica nozione estetica, a seconda della particolare morfologia di ognuno.
Dottor Cerciello, Lei è un medico chirurgo che ha voluto apprendere e includere le metodiche della cosiddetta medicina alternativa, ossia l’Omeopatia, anche nel campo della Medicina Estetica. Si tratta di un valore aggiunto nel settore di questa specifica branca medica?
«Ritengo di sì. La mia esperienza professionale confermerebbe che entrambe le branche mediche, rechino ai pazienti curati e seguiti le soluzioni più adeguate, realizzando per essi un processo di guarigione naturale, tendente al miglioramento del proprio corpo e agendo in maniera non invasiva. Le mie competenze derivano anche dagli studi compiuti in Medicina olistica omotossicologica ed omeopatica di risonanza, con cui, dopo un pre-esame accurato e scrupoloso, eseguo tecniche terapeutiche quali la Mesoterapia biologica per il trattamento di cellulite e adiposità localizzate, il Peeling per il trattamento degli inestetismi della pelle, la Felc terapia, uno strumento elettromedicale per trattamenti estetici non invasivi».
Ma perché l’Olistica nella Medicina Estetica?
«Assodato o premesso che la Medicina ha come unico denominatore la clinica e l’obiettivo del risultato, consistente nel ristabilire in un soggetto l’equilibrio psico-bio-plastico alterato, è mia convinzione, e la pratica medica ha confortato sino a ora tale mia visione clinica, che il medico esteticoha il dovere di osservare il paziente in modo olistico, al fine di riuscire a stabilire quanto sia utile e corretta una determinata terapia medica. Soltanto così, potrà scoprire il disequilibrio esistente, la patologia che lo riguarda, e avrà modo di definire e impostare le più opportuneprocedure terapeutiche mediche, le tecniche mediche più appropriate alle caratteristiche della singola personalità. E definisco nei pazienti visitati le personalità estetiche psicologiche di ciascuno, in base aivari gradi di alterazioni psico-somatiche riscontrate».
Vorrebbe allora proporci questa classificazione dei suoi pazienti in cura di cui ha accennato e quale tipologia di pazienti richiede interventi estetici non invasivi?
«Certamente. Partiamo da soggetti coscienti dei risultati che si ottengono con la metodologia medica: peeling, mesoterapia efillers. Poi si annoverano quei soggetti che rifiutano l’intervento chirurgico e reclamano dal medico estetico risultati chirurgici. Inoltre, ecco che si presentano in studio altri soggetti, convinti di essersi rivolti a un chirurgo, ma esigendo risultati precoci e duraturi nel tempo, che soltanto la chirurgia eseguita da mani esperte può dare. Tra queste categorie, che ho succintamente elencato, sono i primi soggetti a necessitare di interventi estetici quali il rinofiller e la cheiloplastica».
Può chiarirci a questo punto in che cosa consistono esattamente il rinofiller e la cheiloplastica?
«Il rinofillere la cheiloplastica medica, intesa quest’ultima come modellamento delle labbra, sono eseguiti con un semplice impianto di Acido Ialuronico, che modifica alcuni aspetti morfologici del proprio naso, il dorso e la punta del setto per intenderci, e delle proprie labbra, vale a dire il contorno di esse e il volume. Ma – e questo è un punto che ci tengo a sottolineare – il mio obiettivo è quello di non sconvolgere mai la proporzione anatomica preesistente; di correggerne difetti, deviazioni evolumi, senza alterare assolutamente le proporzioni e le armonie morfologiche della zona trattata. Di conseguenza, adotto in rinoplastica una tecnica a piccoli pomfi per le narici, columella e gibbo, e una tecnica lineare per il dorso, che si traduce in un innalzamento della punta e in una conformazione diritta del dorso».
E per le labbra?
«Per il modellamento delle labbra, invece, procedo con una tecnica lineare per quanto riguarda il contorno e la “russianlip” per il volume, rispettando sempre un rapporto di 1 a 2 in relazione al labbro superiore e al labbro inferiore. E allo scopo di formalizzare, mi lasci dire, una morfologia di una risonante bellezza della parte anatomica,non opto per un’eversione della mucosa,perché la ritengo anti fisiologica».
Qual è la durata dell’esito di tali interventi, e possono sopravvenire effetti collaterali o indesiderati?
«Effetti collaterali o indesiderati possono subentrare a livello di ischemie locali o granulomi da corpo estraneo. Per quanto concerne la durata, il risultato dell’intervento permane per circa sei o sette mesi, ma dipende poi anche dalla costituzione dell’individuo, che si è sottoposto all’intervento».
Qual è l’età dei pazienti che si possono sottoporre a questi interventi non invasivi?
Tra i 18 e i 55 anni. Prima non è consigliabile, perché è ancora in atto la crescita dei tessuti e del portato osseo, e non si deve affatto frapporsi all’andamento naturale e costituzionale mentre si trova nella fase di sviluppo, a meno che non si debba intervenire in seguito a traumi o incidenti».
Tornando all’approccio psicosomatico legato alla Medicina Estetica, si fa un riferimento all’ausilio della psicologia. In che modo questa disciplina viene in soccorso nella ricerca estetica medica?
«Occorrerebbe tempo per approfondire questo aspetto importante, qui dico solo che l’approccio psicologico terapeutico di cui ci si avvale in ambito estetico è quello psicobioenergeticofunzionale, senza naturalmente trascurare l’apporto anche della Psicobiodinamica».
Nella rinoplastica il trattamento non invasivo è molto richiesto da un numero sempre più elevato di pazienti…
«La rinomodellazione è una tecnica non invasiva,che comporta un costo inferiore rispetto alla rinoplastica mediante intervento chirurgico-operatorio, che ovviamente prevede l’uso del bisturi. Ed è di facile applicazione. Essa consentedi correggere piccole irregolarità o imperfezioni nel contorno nasale. Si tratta di ritocchi su alcune parti del naso, che vengono effettuati attraverso infiltrazioni di materiale riempitivo, come l’acido ialuronico o l’idrossiapatite di calcio, entrambi riassorbibili. È da tenere presente che le motivazioni che spingono i pazienti al ricorso del rinofiller sono quasi sempre di ordine psicologico. Ci tengo a ribadire, pertanto, la necessità di un’integrazione con la Medicina Estetica, avvalendosi dei contributi forniti dal supporto psicologico. È ben noto che il naso rappresenta una parte predominante del volto, e può cambiarne completamente l’aspetto, condizionando in modo importante o grave l’autostima del paziente».
Un discorso analogo può essere fatto anche riguardo al modellamento delle labbra. Si tratta anche qui di infiltrazioni di materiale riempitivo?
«Essendo un intervento non invasivo, esso comporta, nella donna in particolare, l’introduzione di acido ialuronico, per esempio, ma la procedura richiede sempre una massima attenzione e una elevata competenza garantita da parte dello specialista nel saper operare con questa procedura sia con riferimento alla profonda conoscenza dei materiali infiltrati – cosa assolutamente indispensabile – sia nel sapersi relazionare con il paziente da un punto di vista, diciamo così, psico-estetico, in modo da valutare la migliore e più adeguata terapia da proporre, sia nell’attenersi a canoni estetici, che non si discostino affatto dalla morfologia delle proporzioni e dei volumi, requisito imprescindibile per restituire pure alle labbra una connotazione di Bellezza, che non guasti la preesistente conformazione e la relativa grandezza, ma si richiami sempre a una nozione estetica di armonizzazione e di rispetto delle proporzioni».